Luci nel cielo by Roberto Pinotti Alfredo Lissoni

Luci nel cielo by Roberto Pinotti Alfredo Lissoni

autore:Roberto Pinotti, Alfredo Lissoni [AA.VV.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori


Pagina dell’opuscolo «V.1, il principio» sulle armi segrete di Hitler.

In Polonia

Ci siamo domandati come si fosse arrivati alla costruzione delle armi V. Abbiamo appurato che il 12 agosto 1943 era arrivato al servizio segreto inglese un importantissimo rapporto proveniente da una «fonte particolarmente ben introdotta e sino a quel momento fondatissima, che operava a Berlino». Si trattava di un ufficiale dello stato maggiore tedesco molto vicino al generale Leyers, del ministero della Guerra, che riferiva di «un missile esplosivo ufficialmente conosciuto come A-4» (si trattava della V-2) e di «un apparecchio senza pilota ufficialmente conosciuto come Phi-7». Questo Phi-7 (cioè la V-7) veniva testato a Peenemünde; le officine Siemens di Berlino ne costruivano le attrezzature di controllo radio. Altro l’informatore non era riuscito a scoprire, dato che le V-7 erano sotto il rigido controllo delle SS! La notizia fu riportata, nel 1968, nel libro Le armi segrete del Terzo Reich dallo scrittore inglese negazionista David Irving, particolarmente vicino ai moderni movimenti neonazisti e per questo bene addentro ai segreti del Reich.

Sappiamo che, a partire dal 1942, i ministeri dell’Aeronautica e della Produzione bellica tedeschi avevano incoraggiato ogni sorta di proposte e ricerche sulla propulsione, pur di realizzare nuove armi da opporre agli Alleati. In questi progetti ebbero un certo peso le temibili SS, il corpo d’élite del Partito nazista.

Dopo l’attentato del 20 luglio 1944 Hitler, furente per il pericolo corso, arrivò ad accentrare nelle mani delle SS il controllo totale della progettazione e delle realizzazione delle nuove armi segretissime. Da parte sua il comandante delle SS, Himmler, scelse come responsabile per la produzione delle armi V l’ingegnere Hans Heinz Kammler. In questa direzione puntammo parte delle nostre ricerche, avvalendoci del collega polacco Robert Lesniakiewicz, il quale, con ricerche bibliografiche e reportages filmati e fotografici nelle zone interessate, ci confermò che nella Polonia occupata dai tedeschi le SS avevano costruito alcuni laboratori segreti.

A nordovest, sul Baltico, si trovavano tre aree di test per i missili, rispettivamente a Peenemünde (V-1 e V-2), nel perimetro di Wolin (V-3) e a Kolobrzeg (V-1), che si approvvigionavano al centro di ricerca industriale di Stettino. Sempre a nord, presso il Baltico, erano state costruite altre tre basi segrete: Ustka (V-1), Leba (V-1) e Gdynia, ove le SS sperimentavano i dischi volanti del Reich. I materiali arrivavano dal vicino centro industriale di Danzica. La manodopera era «a costo zero»: si sfruttavano a morte ebrei, polacchi e italiani del lager di Stutthof. I prigionieri che avevano una formazione scientifica venivano curati e nutriti decentemente; tutti gli altri erano utilizzati come schiavi e lasciati morire di stenti.

Più a est, a non grande distanza in linea d’aria, si trovava il quartier generale di Hitler, a Ketrzyn (Rastenburg). A sudest era posto il laboratorio di Mielec (V-2), che occupava la zona più favorevole, anche se strategicamente più esposta, per il rifornimento tecnico. Mielec poteva infatti contare sui centri industriali di Tarnów, Rzeszów e Stalowa Wola e sul centro di ricerca di Cracovia, che attingeva forze dal campo di concentramento di Auschwitz. Altri prigionieri erano prelevati dal lager di Majdanek, presso Lublino, a nordest di Mielec.



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